21 Novembre 2024

La storia (con precisazioni) della Madonna delle Grazie di Nettuno.

01-05-2024 08:43 - tradizioni e folklore
Da anni nei primi giorni di maggio la città di Nettuno festeggia solennemente la Madonna delle Grazie portandone in processione la bella statua lignea custodita nell'omonimo Santuario in riva al mare.
Ad essa sono stati attribuiti poteri di salvaguardia e guarigione in diverse situazioni critiche vissute dalla città e da quegli eventi si è andato formando un culto che coinvolge molti degli abitanti.
Ma la statua non è originaria del luogo.
Essa fu realizzata in Inghilterra nel Trecento quando il paese, come l'Europa intera, venne bersagliato da ondate di epidemia di peste che ne decimarono la popolazione. La più devastante fu quella del 1348 che dette anche lo spunto a Giovanni Boccaccio per ambientare il suo Decamerone.

L'APPRODO

Duecento anni dopo, siamo intorno al 1537, l'Inghilterra visse una trasformazione politica che portò il sovrano Enrico VIII a rompere i rapporti con la Chiesa di Roma. Fra i suoi provvedimenti vi fu quello di rimuovere e poi distruggere le immagini legate alla religione cattolica.
Anche la nostra statua, insieme a quelle di s.Rocco e di s.Sebastiano che le erano installate accanto, rischiò la distruzione. Ma qualcuno riuscì a imbarcarle su un bastimento diretto in Italia dove sarebbero state al sicuro. Era l'anno 1550.
Fin qui le informazioni certe. Da qui la storia si dirama in due ipotesi.

La prima è che la nave, diretta a Napoli, venne colpita da una tempesta all'altezza di Nettuno dove fece naufragio; i marinai raggiunsero la spiaggia portando a terra le statue.
Una variante di questa narrazione dice che la nave riparò sotto costa finché la tempesta cessò ma che quando tentò di riprendere il largo venne nuovamente spinta a terra da nuove turbolenze. Ciò si ripetè tre volte convincendo perciò i marinai a lasciare le statue sul posto perché tale era evidentemente il volere di Dio.

La seconda ipotesi non parla di naufragio bensì di un vero e proprio occultamento cautelativo delle statue effettuato da un navigatore inglese che commerciava abitualmente con l'Italia. Ecco i fatti come si possono ricavare dallo studio di A.Spina edito nel 2006 presso l'editrice dei Padri Passionisti.

A Londra esisteva un monastero dei monaci cistercensi sorto nel Trecento come camposanto per seppellirvi le migliaia di morti per la peste. Il monastero era situato accanto alla Torre di Londra, cioè a pochi passi dal fiume Tamigi ed era intitolato a “St.Mary Graces”; in esso vi erano infatti collocate le statue della Madonna delle Grazie, di s.Rocco e di s.Sebastiano, venerate come protettrici contro la peste.
Al momento dell'ondata distruttiva di Enrico VIII, il commerciante, pregato dai monaci, riuscì abbastanza agevolmente a caricare di nascosto le statue su una barca ormeggiata sul fiume e da lì a trasbordarle sulla sua nave diretta in Italia.
Il navigatore sapeva però che nei porti abituali, Civitavecchia e Napoli, c'era una efficiente sorveglianza doganale e sicuramente la presenza di agenti inglesi ai quali l'arrivo di quegli oggetti non sarebbe passato inosservato. L'uomo decise allora di utilizzare Nettuno per sbarcare le statue con una scialuppa, un approdo defilato, non un vero porto. Per di più con una piccola chiesuola sul mare dedicata all'Assunta che sembrava l'ideale per depositarvi le statue.
Lui aveva conosciuto Nettuno e il mini santuario in occasione dei suoi trasporti di merluzzo dall'Inghilterra a Conca, nell'entroterra, dove veniva lavorato. In realtà quel pesce sbarcava a Civitavecchia e poi veniva trasportato a Conca via terra, ma è presumibile che il commerciante in passato si fosse spinto da Conca a visitare la costa più vicina, cioè appunto Nettuno.

Ad avvalorare questa seconda versione dell'arrivo delle statue c'è il fatto che non esistono documenti che parlino di un naufragio (evento drammatico che non sarebbe sfuggito alle cronache di metà Cinquecento) e soprattutto la verosimiglianza dei fatti citati.


IL CULTO

Il culto popolare per la Madonna non iniziò subito e in un primo periodo le statue vennero utilizzate nei riti di agosto (il 15 giorno dell'Assunta e il 16 giorno di s.Rocco). Perfino la chiesina cambiò nome diventando dal 1594 “S.Rocco” e per accudirla venne istituita l'omonima Confraternita.
Solo nel Seicento inoltrato comincia a prevalere la venerazione per la Madonna e si deve arrivare al 1719 per vedere la ristrutturazione della chiesina in un grande santuario. I riti per l'inaugurazione si svolgono sul sagrato l' 1 maggio. Da allora le celebrazioni si svolgono agli inizi di quel mese.

A fine Ottocento il Santuario viene affidato ai Padri Passionisti. Si vuole costruire un edificio per ospitarli e dare loro un luogo di ritiro e cura in riva al mare.
L'operazione va avanti fra continui intoppi e preoccupazioni perché la auspicata e tranquilla vista mare rischia di sparire a causa delle ville che vengono costruite tutte intorno; e anche la realizzazione del Poligono non tranquillizza i Passionisti che meditano di spostare la loro base a Torre Astura.
Finalmente la costruzione si conclude ai primi del Novecento.
Pochi anni dopo, nel 1911, la grande epidemia di colera che attraversa l'Italia miete molte vittime anche fra i padri.

E a proposito del colera del 1911 ci sono un paio di particolari che suggeriscono qualche riflessione in chi ha vissuto come noi l'esperienza della recente epidemia di Covid del 2020-21. Due dettagli che mostrano come il vizio di minimizzare i problemi è sempre presente.
Uno è che il colera del 1911 non veniva chiamato col suo nome bensì come “febbre intestinale”, anche se uccideva e come. Sarà stato un accorgimento mirante a non compromettere la missione a conquistare la Libia che avveniva in quell'anno?
Il secondo riporta come le misure sanitarie di protezione dal contagio venissero definite (anche allora!) dagli operatori turistici del tempo come “attentati alla serena villeggiatura”.
Non guariremo mai dall'egoismo miope.




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