16 Novembre 2024

Nettuno con CORINALDO (Italia)

01-08-2021 17:04 - gemellaggi
CORINALDO ITALIA
Cittadina delle Marche a 35 km da Ancona e 15 km da Senigallia
È a 200 mt di altitudine lungo il fiume Nevola
abitanti 5.000

dista 245 km da Nettuno.
è gemellata dal 2005 con Nettuno.


Fu fondata nel 409 d.C. dagli abitanti della vicina Suasa incendiata dai Goti di Alarico. I fuggitivi andarono contro vento per nascondersi nel fumo ai barbari e risalirono le colline fino al sito dell’attuale Corinaldo. Da questo deriva il cartiglio dello stemma che dice “Cineribus orta combusta revixit” (Nata dalle ceneri, bruciata rivisse).

Delizioso borgo medievale riconosciuto fra i più belli d’Italia nel 2007. Conserva una cinta muraria del Trecento lunga ancora oggi 900 metri. Visse nel Seicento e Settecento un periodo di grande splendore artistico oggi testimoniato anche dalle sue pregevoli architetture.

Centro vinicolo di pregio.




Maria Goretti.

Luogo di origine della famiglia Goretti poi trasferitasi nel Lazio a Le Ferriere dove nel luglio 1902 la giovane Maria venne ferita a morte dal ragazzo che tentava di violentarla. Maria Goretti morì il giorno 6 nell’ospedale di Nettuno e nel 1950 fu beatificata; come santuario le fu dedicata la cripta della chiesa di s.Rocco a Nettuno dove ne è custodita la salma.



La Contesa del Pozzo della polenta.

Narra la leggenda che in tempi ormai lontani un uomo saliva la lunga via scalinata del paese con un sacco di farina di granoturco sulle spalle. Giunto nei pressi del pozzo, sfinito, appoggiò il sacco sul bordo per riprendere fiato; il sacco però cadde all’interno del pozzo. Il pover’uomo nel tentativo di recuperarlo si calò nel pozzo e ciò non passò inosservato alle pettegole del paese che non vedendolo riaffiorare incominciarono a dire che si stava mangiando la polenta nel pozzo. Alcune giuravano di aver visto buttare anche delle salsicce di maiale nel pozzo.

La leggenda è diventata lo spunto per colorire la rievocazione storica “La Contesa del Pozzo della Polenta” che si svolge in costumi del Cinquecento la terza domenica di luglio in memoria della vincente resistenza dei corinaldesi all’assedio del Duca di Urbino avvenuto nel 1517.


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