Anzio. Al porto è pronto il "campo boe".
26-05-2022 17:07 - notizie locali
E' pronto a ricevere le imbarcazioni il nuovo spazio portuale di Anzio realizzato con boe galleggianti lungo il Molo Pamphilii.
Dire nuovo in realtà non è esatto in quanto quello specchio d'acqua è lo stesso utilizzato fino a pochi anni fa dalle diverse organizzazioni di picccoli ormeggiatori che ne furono private in vista del passaggio della gestione degli spazi portuali alla Capo d'Anzio, la società a partecipazione mista pubblico/privata creata proprio a tal fine.
La Capo d'Anzio ha vissuto momenti complicati essendo nata all'ombra del progetto di un nuovo porto che definire faraonico non è esagerato e che, di fronte al naufragare di quel progetto a causa soprattutto dalla crisi economica mondiale del 2008, ha rischiato di precipitare nel fallimento.
Fallimento che avrebbe comportato però il passaggio della società, e delle sue licenze bell'e pronte, interamente nelle mani della parte privata quale risarcimento d'oro per il mancato obiettivo.
I precedenti in giro per i porti turistici d'Italia (le cosiddette "marine") non mancano e solo un deciso colpo di timone (metafora d'obbligo) alla gestione societaria pare avere scongiurato il pericolo.
La "virata" prevede fra l'altro un approccio abbastanza pragmatico, mirante a rendere, anche col porto com'è oggi, remunerativa l'attività portuale e soprattutto a non perdere l'immagine esterna di Anzio quale base di attracco per il turismo marittimo.
Ecco allora il senso del nuovo campo boe: la posa di file di galleggianti zavorrati con "corpi morti", per la precisione sette file di gavitelli lunghe ciascuna una cinquantina di metri, che formano dei corridoi sull'acqua in cui i piccoli natanti (max. 10 metri) possono entrare ed ormeggiare ordinatamente. Una barca di servizio provvede poi a trasbordare il turista dall'ormeggio alla terraferma e viceversa.
I progettisti stimano che tale soluzione possa dare ospitalità a circa trecento imbarcazioni.
La soluzione è chiaramente mirante ad intercettare il diportista in tempo per l'estate ormai alle porte, ma ha anche dei risvolti ecologici in quanto ha un impatto sull'ambiente praticamente nullo, in particolare per quanto concerne la salvaguarda dei fondali.
Dire nuovo in realtà non è esatto in quanto quello specchio d'acqua è lo stesso utilizzato fino a pochi anni fa dalle diverse organizzazioni di picccoli ormeggiatori che ne furono private in vista del passaggio della gestione degli spazi portuali alla Capo d'Anzio, la società a partecipazione mista pubblico/privata creata proprio a tal fine.
La Capo d'Anzio ha vissuto momenti complicati essendo nata all'ombra del progetto di un nuovo porto che definire faraonico non è esagerato e che, di fronte al naufragare di quel progetto a causa soprattutto dalla crisi economica mondiale del 2008, ha rischiato di precipitare nel fallimento.
Fallimento che avrebbe comportato però il passaggio della società, e delle sue licenze bell'e pronte, interamente nelle mani della parte privata quale risarcimento d'oro per il mancato obiettivo.
I precedenti in giro per i porti turistici d'Italia (le cosiddette "marine") non mancano e solo un deciso colpo di timone (metafora d'obbligo) alla gestione societaria pare avere scongiurato il pericolo.
La "virata" prevede fra l'altro un approccio abbastanza pragmatico, mirante a rendere, anche col porto com'è oggi, remunerativa l'attività portuale e soprattutto a non perdere l'immagine esterna di Anzio quale base di attracco per il turismo marittimo.
Ecco allora il senso del nuovo campo boe: la posa di file di galleggianti zavorrati con "corpi morti", per la precisione sette file di gavitelli lunghe ciascuna una cinquantina di metri, che formano dei corridoi sull'acqua in cui i piccoli natanti (max. 10 metri) possono entrare ed ormeggiare ordinatamente. Una barca di servizio provvede poi a trasbordare il turista dall'ormeggio alla terraferma e viceversa.
I progettisti stimano che tale soluzione possa dare ospitalità a circa trecento imbarcazioni.
La soluzione è chiaramente mirante ad intercettare il diportista in tempo per l'estate ormai alle porte, ma ha anche dei risvolti ecologici in quanto ha un impatto sull'ambiente praticamente nullo, in particolare per quanto concerne la salvaguarda dei fondali.
Questa caratteristica sarà bene non dimenticarla quando si tratterà di trasformare in forma più stabile le strutture di ormeggio di Anzio.
Informazioni tecniche.
Prenotazione posti barca:
Assistenza all'ormeggio: dalle 7 alle 23 tutti i giorni inclusi festivi.
Comunicazioni radio: il personale della Capo d’Anzio è sempre in ascolto sul Ch.74 del VHF.
Informazioni tecniche.
Prenotazione posti barca:
- per tel.: 069844335/3802810948
- per email: info@capodanzio.biz
- via web: collegandosi al sito www.capodanzio.biz (sezione "Servizi")
Assistenza all'ormeggio: dalle 7 alle 23 tutti i giorni inclusi festivi.
Comunicazioni radio: il personale della Capo d’Anzio è sempre in ascolto sul Ch.74 del VHF.
Piccola nomenclatura per chi non è un esperto.
CAMPO BOE. In gergo si chiama così perché le barche vengono legate a delle boe anziché ad un molo mentre un servizio navetta porta gli occupanti dalla barca a riva e viceversa.
BOA: oggetto galleggiante realizzato in diversi materiali a seconda delle dimensioni: plastica per le piccole, metallo per le grandi. Alla boa è legato un peso immerso, a volte un'ancora, più spesso un corpo morto.
CORPO MORTO: è un termine nautico per indicare un oggetto pesante utilizzato come ancoraggio sul fondo per una boa o per un pedagno. Generalmente è costituito di cemento.
GAVITELLO: boa di forma doppio-conica molto diffusa per ormeggiare piccoli natanti a poche decine di metri dalla riva; viene usato anche per delimitare le aree degli stabilimenti balneari o per avvisare i bagnanti della maggiore profondità del fondale.
PEDAGNO: piccola boa usata solo per segnare una certa posizione in mare e poterla ritrovare. E' usato dai pescatori per recuperare reti e nasse e dai subacquei per ritrovare relitti e altri punti interessanti sott'acqua.
CAMPO BOE. In gergo si chiama così perché le barche vengono legate a delle boe anziché ad un molo mentre un servizio navetta porta gli occupanti dalla barca a riva e viceversa.
BOA: oggetto galleggiante realizzato in diversi materiali a seconda delle dimensioni: plastica per le piccole, metallo per le grandi. Alla boa è legato un peso immerso, a volte un'ancora, più spesso un corpo morto.
CORPO MORTO: è un termine nautico per indicare un oggetto pesante utilizzato come ancoraggio sul fondo per una boa o per un pedagno. Generalmente è costituito di cemento.
GAVITELLO: boa di forma doppio-conica molto diffusa per ormeggiare piccoli natanti a poche decine di metri dalla riva; viene usato anche per delimitare le aree degli stabilimenti balneari o per avvisare i bagnanti della maggiore profondità del fondale.
PEDAGNO: piccola boa usata solo per segnare una certa posizione in mare e poterla ritrovare. E' usato dai pescatori per recuperare reti e nasse e dai subacquei per ritrovare relitti e altri punti interessanti sott'acqua.